Ciclo dell’acqua e inquinamento chimico
Ricordate il ciclo dell’acqua che abbiamo imparato da piccoli a scuola?
Con l’evaporazione l’acqua crea le nubi.
Queste si spostano e, a seconda delle zone che attraversano, raccolgono le impurità che si trovano nell’atmosfera (i gas di scarico delle fabbriche, delle caldaie, degli inceneritori delle immondizie e delle automobili.
Pertanto l’acqua che ricadrà sulla terra sotto forma di pioggia é già un’acqua inquinata.
Ecco perchè si sente sempre più spesso parlare delle pioggie acide.
Quest’acqua, in seguito, scorre sui tetti e raccoglie le impurità che vi si trovano.
Una volta sul suolo, quest’acqua scorrerà e raccoglierà tutte le impurità che si trovano sulla superficie, tra cui:
• Pesticidi ed insetticidi
• Concimi e trattamenti chimici
• Rifiuti organici
L’acqua penetra poi nel suolo e poichè é un solvente universale,scioglierà tutto ciò che incontra, come:
• Elementi provenienti dalle rocce
• Il Calcio
• Il Magnesio
• Il Ferro
• I Nitrati (concimi penetrati nel terreno)
• I metalli pesanti (Piombo ecc.)
• Gli Elementi radioattivi
• Alcuni gas
• Diserbanti
• Rifiuti
• Detergenti
Tutto ciò spiega come le acque delle falde acquifere presentino spesso cattivi sapori e odori.
L’acqua viene poi captata nelle falde acquifere o nei corsi d’acqua dagli acquedotti che provvedono in seguito a trattarla in modo conforme alla legge.
Ma il lavoro delle centrali di trattamento delle acque é sempre più complesso poichè le acque risultano sempre più inquinate.
Il trattamento prevede la filtrazione, che elimina le impurità in sospensione.
L’acqua viene in seguito resa potabile sotto il profilo batteriologico, in genere con una clorazione che uccide microbi e batteri.
Ai giorni nostri in Italia, grazie ai trattamenti di potabilizzazione ai quali l’acqua é sottoposta, non si corre più il rischio di prendere malattie gravi come il tifo o la disterite bevendo l’acqua del rubinetto.
Esiste però sempre il pericolo di inquinamenti accidentali; d’altra parte gli stessi disinfettanti impiegati (il Cloro in primo luogo) non sono esenti da effetti collaterali: il loro sapore é sgradevole e comportano in certi casi un sia pur lieve rischio di carcinogenesi.
Inoltre l’impianto di trattamento dell’acquedotto in genere non elimina le sostanze chimiche contenute nell’acqua, spesso solo in tracce, perchè tale trattamento sarebbe eccessivamente costoso.
Infatti su 1000 litri d’acqua, 900 vengono utilizzati dall’industria e dall’agricoltura e soltanto 100 litri arrivano ai privati per gli usi domestici: la toilette, il bucato, i lavori domestici, per il giardino, per l’alimentazione ecc..
L’uso alimentare non rappresenta che una piccolissima parte di questi 100 litri, solo da tre a cinque litri.
Non é certamente logico pagare il costoso trattamento chimico di 1000 litri d’acqua per usarne soltanto 3-5 litri per l’alimentazione.
Una soluzione alternativa sarebbe quella di avere un rubinetto separato per l’acqua alimentare.
Ciò richiederebbe un circuito di distribuzione separato, che comporterebbe un ingente spesa con un risultato incerto, poichè la scarsa portata dell’acqua alimentare (da 3 a 5 litri invece di 1000 litri) provocherebbe un ristagno di quest’acqua “di qualità” e dunque un nuovo inquinamento.
Sembra quindi che non ci siano soluzioni accessibili a livello di collettività.