E’ incredibile, ma é proprio così:
la legge italiana regolamenta in maniera più severa l’acqua del rubinetto di quanto faccia per l’acqua minerale.
Questo in parole povere significa che alcune acque minerali se sgorgassero dal rubinetto sarebbero dichiarate “non potabili”.
Per esempio nell’acqua del rubinetto il manganese non può superare i 0,05 mg/lt mentre nell’acqua minerale può arrivare a 0,5 mg/lt.
Stessa cosa per il piombo, elemento altamente tossico, che nell’acqua corrente deve stare sotto i 0,05 mg/lt mentre per l’acqua in bottiglia addirittura non é previsto alcun limite.
Tutto questo é facilmente spiegabile:
la regolamentazione dell’acqua del rubinetto non va ad intaccare gli interessi di grandi gruppi finanziari, come quelli che gestiscono il mercato delle acque minerali.
E’ emblematico l’esempio di qualche anno fa, quando la Procura della Repubblica di Torino, prendendo in esame 28 marche d’acqua minerale ha determinato che 23 di queste erano fuori legge perchè contenenti tracce di antiparassitari, tensioattivi, policlorobiferili, idrocarburi, olii minerali e altre sostanze pericolose.
Dopo pochi mesi un decreto del allora ministro Sirchia ha concesso un limite di tolleranza per dette sostanze in modo da far rientrare nella legalità le acque in questione.
Nessuno può ignorare quanto le grandi imprese multinazionali possano influenzare il mondo politico.
Nel caso particolare l’acqua minerale non fa certo eccezione.
A questo punto non desta neanche stupore che nessuno parli del PET (polietilene tereftato), materiale universalmente usato per produrre le bottiglie per l’acqua, che, come é stato dimostrato, rilascia aldeidi nell’acqua, soprattutto alle alte temperature e nei casi di esposizione alla luce.
Ecco perchè su tutte le etichette c’é sempre un’avvertenza che indica di tenere il prodotto lontani da fonti di calore e luce solare.
Sappiamo tutti come la grande distribuzione rispetti queste precauzioni, trasportando l’acqua in camion nei torridi pomeriggi estivi e stockando i pancali di acqua minerale nei cortili dei supermercati esposti al sole.
Considerando tutto ciò si può facilmente immaginare quanto la qualità di quest’acqua possa essere ulteriormente degradata.